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30/09/2025

Lavoro: Sono quasi 680mila le imprese di migranti in Italia

Al 30 giugno 2025, il numero di imprese straniere iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio è pari a 678.004, di cui 537.972 (79%) sono di nazionalità extra UE. Rispetto a giugno 2024, l’aumento è stato dell’1,7%, un dato che consolida il trend crescente dell’ultimo quinquennio (+6% rispetto al 2021) che risulta opposto a quello delle imprese autoctone, in calo di quasi il 5%.

È quanto si legge nel nuovo report "L’imprenditoria straniera in Italia. Una lettura attraverso i dati del Registro Imprese. I semestre 2025", curato da Infocamere. Il report, snello e di facile consultazione, presenta gli aspetti principali del fenomeno, anche con l'aiuto di numerosi grafici, ed è uno degli strumenti di conoscenza realizzati nell'ambito di "Futurae. Programma Imprese Migranti", intervento promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Unioncamere.

Tra gennaio e giugno 2025, le iscrizioni hanno raggiunto quota 36.895, (-267 rispetto al 2024) mentre le cessazioni si sono attestate a 20.754 (-804), generando nell’anno un saldo positivo di oltre 16mila unità. La crescita delle imprese straniere è ascrivibile quasi totalmente all’incremento delle società di capitale, che nell’ultimo anno sono aumentate dell’11,4%, superando quota 147mila unità, a fronte di una tenuta delle imprese individuali, che rappresentano tuttavia il 72% del totale.

A trainare l'imprenditoria straniera nel primo semestre 2025 sono stati i settori costruzioni e agricoltura (+3,2% e +3,7% su base annua), che rappresentano rispettivamente il 25% e il 3% del totale. Settore più rappresentativo con 275mila imprese, il commercio registra un lieve recupero (+0,1%) mentre cresce l’industria manifatturiera (+1,1%) dove operano oltre 50mila imprese. Sotto il profilo territoriale, è la Lombardia con tutto il Nord Ovest, dove si concentrano la maggior parte delle imprese straniere (32%), a mostrare una crescita più sostenuta su base annua (+3,6%) superiore a quella delle regioni del Nord Est (+2,8%). Dinamiche divergenti per le aree del Mezzogiorno (-0,5%) e del Centro (+0,3%), che detengono rispettivamente la maggiore e la minore incidenza sul totale delle imprese.

La provincia con la maggior concentrazione di imprese straniere si conferma Prato, che consolida l'incidenza territoriale (32,7%), seguita da Trieste (20%) e la novità Imperia (18,2%) che lascia Firenze ai piedi del podio. Con un’incidenza del 16,7% Reggio Emilia recupera terreno mentre Genova affianca Milano. All’estremo opposto, Barletta-Andria-Trani si conferma la provincia con la minore incidenza, ultima nella classifica composta da sole province del Mezzogiorno.

Approfondendo l’analisi alle imprese individuali, Marocco, Romania e Cina si confermano i Paesi da cui provengono la maggior parte dei titolari d’azienda (34% del totale) seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%) e quindi da Egitto, Nigeria e Senegal (11%). Osservando il territorio, i titolari marocchini combinano una marcata presenza ad una forte specializzazione territoriale, vantando la massima incidenza nelle province dello Stretto (Catanzaro, Reggio Calabria e Messina). La presenza dei romeni invece risulta meno specializzata territorialmente in quanto raggiunge la massima incidenza in province collocate in tre regioni diverse (Viterbo, Torino, Cremona). I titolari cinesi invece mostrano un’elevata incidenza e concentrazione in Toscana (Prato con il primato assoluto del 68% e Firenze con 27%) ma anche nelle Marche (Fermo con 29%).

Guardando ai settori di attività economica, i titolari marocchini registrano un’incidenza maggiore nel commercio (21,6%) mentre i titolari romeni prediligono il settore delle costruzioni (22%). Marocchini e romeni condividono la passione imprenditoriale per i servizi di trasporto, magazzinaggio e noleggio mentre i cinesi invece operano prevalentemente nel manifatturiero e nei servizi ricreativi e di intrattenimento.

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